Sunday, February 8, 2009

Alle radici del conflitto Israelo-Palestinese



Sull'eterna guerra tra Israele e Palestina e' difficile parlare, in particolare se si vive cosi' distanti e in modo relativamente agiato. Noi andiamo a scuola o al lavoro senza preoccuparci che un elicottero ti bombardi. Noi prendiamo la metropolitana o l'autobus senza timore che qualcuno vi si faccia esplodere dentro. Pero’ possiamo fare semplici considerazioni logiche, pensando come in natura ci siano semplici leggi che regolano la nostra vita. Ad ogni azione equivale una reazione uguale e contraria. La violenza porta violenza come esprimono chiaramente alcuni militari israeliani che stanno optando per l'obiezione di coscienza. Il giornalista Paolo Barnard, con 7 brevi video che terminano con quello sopra linkato, espone dettagliatamente e chiaramente alcuni degli avvenimenti che dalla fine del 1800 ad oggi hanno creato questa indistricabile situazione. Siamo anche noi convinti che se all’opinione pubblica occidentale fosse stato raccontato quello che veramente e’ accaduto, il conflitto forse non sarebbe piu’ in corso, per il bene di entrambe le popolazioni, che sono le uniche che ne hanno tratto le peggiori conseguenze. Mentre i signori della guerra continuano i loro giochi di potere dove ugualglianza, diritti, etica e morale sono solo parole vuote senza nessuna applicazione. Perche' quando l'umanita' non sa, smette di essere umana.
Raccomandiamo la visione completa del contributo di Barnard partendo da qui, soprattutto a chi e’ convinto del contrario. Il confronto con idee e visioni diverse porta sempre ad arricchire la conoscenza.

3 comments:

Anonymous said...

bell'articolo.
faro` dei commenti quando avro` visto i 7 video di Basrnard.

Unknown said...

Citazione:
"Noi prendiamo la metropolitana o l'autobus senza timore che qualcuno vi si faccia esplodere dentro"

Siamo sicuri, che non abbiamo questo timore?

Nic said...

Io vivo a Manhattan, e sinceramente prendo qualunque mezzo pubblico senza nessun timore come fanno tutti del resto. Che timore dovremmo avere?