Friday, December 5, 2008

Dov'e' la ricerca italiana?



L’Italia e’ paese di santi, poeti, navigatori e inventori. Ha prodotto in tutte le epoche grandi genialita’ in moltissimi campi della scienza. E’ cosa alquanto ovvia che queste persone siano di fondamentale importanza per lo sviluppo e il benessere della nazione. Paradossalmente da decenni, le politiche in materia di ricerca e sviluppo sono state a dir poco disastrose. Si e’ cosi’ verificato quel fenomeno noto come “cervelli in fuga”, in cui moltissimi degli studenti e dei laureati piu’ capaci e volenterosi sono emigrati per poter continuare i loro studi e ricerche in altri paesi. Fenomeno che anche dal punto di vista economico risulta estremamente oneroso per le casse dello stato. Gli studenti si formano infatti nel sistema scolastico italiano non certo a costo nullo, per poi andare ad arricchire culturalmente e accrescere lo sviluppo di altri paesi, che ricevono questo contributo come una manna dal cielo. Noi di Qui New York Libera abbiamo intervistato alcuni professori e studenti italiani dell’area Newyorkese per analizzare la situazione dell’universita’ e della ricerca italiana. Ne e’ emerso un quadro molto preoccupante, inaccettabile per una nazione avanzata e industriaizzata come l’Italia. Mancanza di finanziamenti, assoluta mancanza di meritocrazia del sistema, strutture inadeguate, impossibilita’ di continuare le proprie ricerche con mezzi adeguati, opportunita’ professionali quasi inesistenti sono alcuni degli aspetti che ne sono emersi. Un altro importante punto emerso e’ la politica della scuola e della ricerca volta a commercializzare l’istruzione, cercando di smantellare l’apparato pubblico a vantaggio di quello privato. L’acceso all’istruzione e’ un diritto, non deve creare profitto.

PS: invitiamo tutti i ricercatori all'estero e non a raccontarci brevemente la loro storia nei commenti a questo post.

Wednesday, November 26, 2008

Perche’ i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta



Herve’ Kempf, editorialista ambientale del quotidiano francese Le monde, ha presentato qui a New York il suo libro “How the rich are destroying the earth” (Pubblicato anche in italiano dalla Garzanti: “Perche’ i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta”). L’autore, sottolineando con decisione la grave crisi ambientale del pianeta terra in quest’inizio di ventesimo secolo, da lo spunto per impellenti e serie considerazioni. Per la prima volta nella storia, la specie umana si sta scontrando con i limiti della biosfera, a causa dello sfrenato consumo di materie prime e ad una sconsiderata contaminazione chimica di acqua, terra ed aria. Un aspetto molto grave, poco menzionato e per lo piu’ sconosciuto alla stragrande maggioranza, e’ la crisi della biodiversita’. Il che significa scomparsa ad un tasso allarmante di molte speci animali e vegetali. Tutti da bambini abbiamo studiato cosa sono le catene alimentari, e la gravita’ delle conseguenze nel momento in cui gli equilibri vengono alterati. I biologi ci stanno dicendo che e’ in corso la sesta grande estinzione della storia. Il suono del campanello d’allarme della comunita’ scientifica si sta facendo sempre piu’ assordante, ma trova poco riscontro in coloro che possono e dovrebbero dettare il passo per un’inversione di tendenza. Quest’emergenza ecologica si riflette infatti nella crisi sociale. Le disparita’ tra gli essere umani si sono ingrandite a dismisura, portando alla creazione di un’elite di benestanti che possiede sia il potere economico che quello politico. La necessaria inversione di rotta in ambito di politiche ambientali andrebbe ad intaccare i loro privilegi basati su un capitalismo sfrenato inteso come crescita continua, sinonimo appunto di distruzione ambientale. Il modello di una societa’ basata sulla decrescita si fa sempre piu’ incombente.

Tuesday, November 18, 2008

Se la politica imbavaglia i blog



Questo e' un blog. Uno spazio di persone comuni che parlano di temi comuni. In un certo qual modo facciamo informazione. Diamo il nostro punto di vista. L'altra sera ho visto il film Quinto Potere del 1976. Da li ad un anno sarei nato, e il film gia' allora denunciava un sistema dell'informazione corrotto dagli interessi di pochi che hanno bisogno di mantenere la maggioranza della gente nell'ignoranza e nell'appiattimento delle idee. In un tempo dove l'informazione e' controllata per mascherare come la politica sia cosi' lontana dalla gente, ci sono politici che usano nuovi media, ancora liberi, per raggiungere la gente con messaggi diretti. Non abbiamo bisogno di giornalisti che riportano cosa dice un politico, ma di giornalisti che raccolgono informazioni e facciano inchieste! Se i media tradizionali (TV e carta stampata) sono oramai controllabili e controllati dalle multinazionali, non cosi' si puo' dire di internet (almeno per ora). E se davvero Obama ha vinto senza il supporto di quelle multinazionali, non poteva che usare internet. E cosi' ha fatto. Un presidente di 47 anni che USA internet per parlare direttamente ai cittadini, raccogliere fondi, ringraziarli direttamente e raccogliere sugeerimenti.
In Italia i politici temono per la diffusione dell'informazione dal basso attraverso i blog. Per questo il parlamento sta lavorando ad una legge per limitarne la liberta' di espressione. Siamo consapevoli che una certa regolamentazione possa essere auspicabile, ma la liberta' di stampa e' sacrosanta, fintanto che quello che si riporta corrisponda a verita'. Purtroppo il DDL "anti-blog" pare essere l'ennesima legge ad personam. Con una differenza: questa volta si configura come una legge "contro" qualcuno, contro tanti di noi, invece che a favore! Qui a New York ci riteniamo privilegiati per avere lo stesso Presidente che usa la rete come deve essere usata. Purtroppo i nostri connazionali in Italia non sono cosi' fortunati avendo ultra 70enni a ricoprire le piu' alte cariche dello stato. Come puo' la nostra generazione sentirsi rappresentata da politici che non guardano al futuro, anche perche' mai lo vedranno?

Thursday, November 6, 2008

Beehive Design Collective



Beehive Design Collective e` un’ associazione artistica e politica con sede nel Maine (USA), basata completamente sul lavoro di volontari. La scopo del gruppo e` quello di comunicare, informare ed educare sulle complesse questioni geopolitiche legate alla globalizzazione in alcune parti del mondo. Questo sforzo verso l'informazione viene chiamato "impollinazione" della gente comune, dando cosi` il nome di Api ai partecipanti di questo processo. Le Api creano posters collaborativi, di una complesita` enorme, che sono come “coperte patchwork” di storie personali riportate durante i viaggi nelle varie comunita`. Prima di iniziare la rappresentazione, l’alveare effettua una ricerca (touring) estensiva di contatto del luogo prescelto, intervistando i membri delle comunita’ riguardo gli effetti della globalizzazione sulle proprie situazioni. L’ottenere le informazioni il più vicino possibile alla fonte costituisce uno degli aspetti piu` importanti del processo interattivo dei Beehive Degign Collective. Le loro rappresentazioni spiegano con metafore visuali di animali, insetti e vegetali il sistema standardizzato ed unidirezionale di comunicazione proveniente dall' alto del podio dei poteri forti, criticandoli fortemente. Il loro lavoro affronta svariate questioni quali la biotecnologia, la globalizzazione, l’alimentazione, l’agricoltura e il colonialismo. Beehive ha distribuito fino ad ora 55.000 posters ed ogni anno presenta il suo progetto in oltre 200 localita’ nel mondo occidentale. Il corpo del lavoro è distribuito come “anti-copyright” per incoraggiare a riprodurre la grafica per uso noprofit e fare circolare informazioni e consapevolezza. Si attua cosi` un opera di doppia impollinazione o impollinazione incrociata, facendo conoscere i problemi delle comunita’ (In Panama, Messico, Ecuador...) colpite dagli effetti dell’economia dei paesi occidentali, e facendo conoscere alle stesse comunita` le cause dei soprusi ai loro danni, iniziandoli a termini e concetti come il NAFTA (North American Free Trade Agreement), WTO (World Trade Organization), Atlantica, FTAA (Free Trade Area of the Americas) CAFTA (United States-Dominican Republic-Central America Free Trade Agreement), IMF (International Monetary Fund), World Bank. Il progetto di Beehive e` un progetto molto ambizioso che porta le sue Api fin dentro la grotta della tigre, facendo cosi’ scoprire ogni giorno nuovi limiti ma soprattutto nuovi traguardi da raggiungere.

Tuesday, October 28, 2008

Il fenomeno Obama



Barack Obama, candidato democratico per le imminenti elezioni presidenziali americane, e' sicuramente un personaggio cosi' carismatico e peculiare che ha segnato profondamente il panorama politico e sociale degli Stati Uniti a prescindere dall'esito delle urne. Qui New York Libera e' andata ad ascoltarlo dal vivo durante la sua campagna elettorale a Philadelphia. Fermezza nell'affermare la necessita' di un cambiamento, promesse forti, atteggiamento rassicurante, grandi doti oratorie: questo quello che e' trasparso dalle sue parole. Ma sono le solite promesse vuote tipiche della politica? Abbiamo chiesto ai sui sostenitori, professori, studenti, dottori, semplici operai, commercianti, se pensano che possa veramente rappresentare e realizzare un cambiamento, colui che possa mettere in discussione l'attuale sistema politico, sociale ed economico quasi completamente controllato e manipolato dalle grandi corporations e banche, e mettersi dalla parte delle fascie meno abbienti. Invertira' l'attuale rotta? Dara' spazio a maggiore giustizia sociale e maggiore equita' economica? Mettera' fine all'esportazione della cosiddetta "democrazia" con il solo mezzo della guerra preventiva? Dalle risposte traspare sia fiducia nella sua persona, ma anche tanto scetticismo, consapevoli che probabilmente non potra' fare piu' di tanto in un sistema che lascia poco spazio alla vera democrazia, all'etica e alla vera giustizia sociale.

Saturday, October 18, 2008

On. Giovanna Melandri a New York



In questi giorni l'ex ministro Giovanna Melandri si trova negli Stati Uniti per aiutare la campagna elettorale del democratico Barack Obama. L'altra sera e` stata invitata dal coordinamento del partito Democratico Newyorkese a partecipare ad una cena qui a Manhattan in cui tra l'altro si assisteva all'ultimo dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca. Noi di Qui New York Libera abbiamo partecipato per porre qualche domanda. In quanto attuale ministro di queto fantomatico governo ombra, ci interessava analizzare l' annosa questione del conflitto d'interessi mai risolto in questi ultimi 15 anni, soprattutto da chi (la sinistra) poteva e doveva averlo fatto. Dopo qualche considerazione sul dibattito televisivo appena visto, siamo stati piacevolmente sorpresi dal fatto che la questione sia stata sollevata da altre persone prima di noi. Non capita spesso di vedere i nostri governanti essere messi in discussione a casa propria, ma di solito si assiste ad incondizionati assensi da parte dei propri militonti. Lo scambio civile di battute si e` risolto con l'imputare la mancata risoluzione del problema alle instabili e difficili alleanze dei passati governi di sinistra. Risposta che a noi suona come un arrampicarsi sugli specchi, visto che ricordiamo benissimo come la pensano i capetti decennali di questa coalizione .....vero Fassino?

Wednesday, October 8, 2008

OBAMA O MC CAIN


Ieri sera mi sono guardato attentamente il dibattito dei due aspiranti presidendi degli USA. Non ho travato niente di nuovo nei loro discorsi e nessuno dei due si e`aperto veramente alla gente. Oggi sono andato in farmacia, sfortunatamente ho una infezione da curare con antibiotici. 10 pillole $220.00 ...... ho pure l'assicurazione medica di $500.00 mensili ma non e`stata sufficente a coprire la spesa che senza l'assicurazione sarebbe stata di $270.00. Aggiungo che un paese che si possa chiamare civile deve avere l'assistenza sanitaria statale e quindi per tutti. E`un dovere ed un obbligo per uno stato proteggere i suoi cittadini.
OBAMA O MC CAIN?

Tuesday, October 7, 2008

Fiato sul collo a NY



Nella settimana del grande UN meeting, il nostro ministro degli esteri Franco Frattini si e` prodigato in conferenze, discorsi ed incontri. Avendo chiesto al consolato, seppur all'ultimo momento di avere un'intervista con il ministro e dopo che nessuno di noi e del BGNY sia mai stato invitato all' incontro con la comunita`italiana (forse non ci vogliono) abbiamo cercando di intercettare il sig. Frattini mentre andava al meeting della Conferderazione degli imprenditori Italiani nel mondo nella sede della Merrill Lynch. Cosa avra` mai spigato ai giovani imprenditori Italiani? La legge Frattini? Come risolvere e prevenire il conflitto d'interessi nel caso si dovesse presentare anche negli Stati Uniti?

Sulla via del fascismo



Guardatevi questa bella intervista con Naomi Wolf

Monday, October 6, 2008

Veltroni a New York

Oggi 6 Ottobre 2008, comincia l'avventura di "QUI NEW YORK LIBERA".