Tuesday, January 20, 2009

Come (non) cambia con Obama





Oggi 20 Gennaio 2009 il nuovo Presidente degli USA Barack Obama si insediera’ alla Casa Bianca. Come gia’ riportato in questo blog, le aspettative e le speranze in questa nuova figura sono enormi. I media di tutto il mondo sono concentrati nella sua persona come non mai, identificandolo come colui che si prendera’ sulle spalle gli oneri di uscire dalla crisi economica attuale che sta investendo tutto il globo. La fiducia e i consensi nei suoi confronti sono a dir poco ampi, ma le voci obbiettive e critiche non mancano, soprattutto dopo le nomine che hanno delineato il suo staff governativo. Una di queste e’ il giornalista Jeremy Scahill, impegnato da anni nella lotta per una vera giustizia, autodefinitosi come una voce fuori dal coro. Siamo andati a sentirlo in un dibattito che trattava la politica estera statunitense in relazione alle recenti cariche assegnate da Obama. Il quadro presentato e’ a dir poco allarmante. La continuita’ di intenti con la politica militaristico-colonialista dell’uscente amministrazione Bush e’ drammaticamente evidente, in contrapposizione alle tante belle parole spese in campagna elettorale. Nei video riassuntivi potete vedere come Scahill punti il dito su questi fatti recenti per poi allargarsi ad una visione piu’ generale dell’assetto politico degli USA, in cui i due grandi partiti portano avanti da anni la loro politica in comune accordo nei tavoli che contano, in totale sottomissione alle grandi Corporations. Quadro che rispecchia benissimo quanto sta accadendo anche in Italia, dove il bipolarismo sta portando alla fine della vera democrazia.

Tuesday, January 13, 2009

Sovranita' monetaria



Il denaro e’ sicuramente diventato l’aspetto focale dell’attuale societa’ occidentale, attorno al quale piu’ o meno tutto gira. Quasi ogni nostra azione quotidiana e’ dettata, indotta o influenzata dal denaro. Ma che cos’e’ il denaro? Da dove proviene? Come viene emesso nella societa’? Chi e’ incaricato alla sua emissione? Perche’ tutti i paesi del mondo occidentale sono tutti profondamente indebitati? Sorprendentemente nel sistema educativo e nei media queste questioni sono assolutamente ignorate, rendendole sconosciute alla stragrande maggioranza della gente comune. Il video riportato qui sopra risponde brevemente ad alcune di queste domande riferendosi al sistema Americano, ma applicabile senza nessuna distinzione al sistema Europeo. Come appare molto chiaramente, tale sistema e’ cosi’ assurdo da sembrare una finzione, un brutto sogno, un’illusione.
L'articolo 1 della costituzione italiana recita: "La sovranita' appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione”. L’emissione e la sovranita’ monetaria invece e’ stata espropriata al popolo sovrano, e messa nelle mani di un’elite di banchieri e di istituzioni private, le quali ci soggiogano con questo illogico meccanismo. La connivenza dei politici fa il resto, completando il circolo. E’ necessario che il sovrano, e cioè il popolo, raccolga informazioni corrette per cambiare gli attuali rappresentanti eletti e cambiare le regole odierne per ripristinare condizioni politiche di vera democrazia. Il ripristino della proprietà popolare della moneta attraverso “banche del popolo” è la banale applicazione dei principi costituzionali. Lo Stato non deve pagare interessi per il prestito di una carta moneta pubblica, di proprietà del portatore.

Chiudiamo con una citazione: “Credo profondamente che le istituzioni bancarie, avendo il potere di emettere denaro, sono piu’ pericolose degli eserciti per la liberta’. Se il popolo Americano lasciera’ alle banche private il controllo dell’emissione della moneta, prima attraverso l’inflazione, e poi attraverso la deflazione, le banche e le corporations che nasceranno attorno ad esse depriveranno la gente di tutte le proprieta’, fino a che i loro figli si sveglieranno senza una casa nel continente che i loro padri conquistarono (Thomas Jefferson, (13 Aprile 1743 – 4 Luglio 1826).

Sunday, January 4, 2009

L'accidia della platea e la voce fuori dal coro



Piu' volte ci siamo interessati alla libera informazione. Un tema cosi’ delicato e importante, tanto da averci portato ad aprire questo blog. Si dice sempre: essere una voce fuori dal coro. Ma qual e' l'obiettivo? Siamo andati a sentire la conferenza sul centenario della nascita del giornalista Luigi Barzini, "The Italians: Yesterday and today". Il suo lavoro e le sue opere da giornalista, apprezzato piu' negli Stati Uniti che in Italia, sono pervasi da una certa rabbia. Rabbia perche’ Luigi Barzini, giornalista puro a cui la verita` non faceva paura, fu messo ai margini del giornalismo italiano. Una rabbia nei confronti delll'Italia che ci sentiamo di condividere. Un sentimento verso le istituzioni italiane e i vari poteri forti che insabbiano le qualita` delle nuove generazioni, emarginandole dai campi della ricerca, della cultura, dell’arte e del giornalismo, grazie ai soliti nepotismi e clientelismi che stanno distruggendo il nostro paese. Nel video, Beppe Severgnini chiude dicendo una cosa che deve far riflettere: agli italiani del problema informazione libera non frega un c...o. Se una voce bianca si alza fuori da un coro che stona, ma alla platea una canzone stonata va bene cosi' com'e', e' paradossalmente la voce bianca quella stonata! Occorre che sia la platea a desiderare un coro di voci bianche e se qualche incapace nel coro stona, allora ne verra' allontanato. L'Accidia della platea e' il problema, l'avversione all'operare mista a noia e indifferenza. L'etimologia classica del termine lo fa derivare dal greco: a (alfa privativo = senza) + kédion (= cura), sinonimo di indolenza. Nell'antica Grecia il termine Acedia indicava, appunto, la mancanza di dolore, l'indifferenza e quindi la tristezza e la malinconia. La platea per non sentire piu' il dolore alle orecchie, semplicemente lo ignora e le va bene cosi'. L'accidia e' un vizio capitale costituito dall'indolenza nell'operare il bene. Freedom is not free. Se vuoi bene a te stesso ed alle tue orecchie, occorre che ciascuno nella platea si lamenti. Oppure i pochi che si distinguono non possono far altro che alzarsi e lasciare il teatro.