Sunday, January 4, 2009

L'accidia della platea e la voce fuori dal coro



Piu' volte ci siamo interessati alla libera informazione. Un tema cosi’ delicato e importante, tanto da averci portato ad aprire questo blog. Si dice sempre: essere una voce fuori dal coro. Ma qual e' l'obiettivo? Siamo andati a sentire la conferenza sul centenario della nascita del giornalista Luigi Barzini, "The Italians: Yesterday and today". Il suo lavoro e le sue opere da giornalista, apprezzato piu' negli Stati Uniti che in Italia, sono pervasi da una certa rabbia. Rabbia perche’ Luigi Barzini, giornalista puro a cui la verita` non faceva paura, fu messo ai margini del giornalismo italiano. Una rabbia nei confronti delll'Italia che ci sentiamo di condividere. Un sentimento verso le istituzioni italiane e i vari poteri forti che insabbiano le qualita` delle nuove generazioni, emarginandole dai campi della ricerca, della cultura, dell’arte e del giornalismo, grazie ai soliti nepotismi e clientelismi che stanno distruggendo il nostro paese. Nel video, Beppe Severgnini chiude dicendo una cosa che deve far riflettere: agli italiani del problema informazione libera non frega un c...o. Se una voce bianca si alza fuori da un coro che stona, ma alla platea una canzone stonata va bene cosi' com'e', e' paradossalmente la voce bianca quella stonata! Occorre che sia la platea a desiderare un coro di voci bianche e se qualche incapace nel coro stona, allora ne verra' allontanato. L'Accidia della platea e' il problema, l'avversione all'operare mista a noia e indifferenza. L'etimologia classica del termine lo fa derivare dal greco: a (alfa privativo = senza) + kédion (= cura), sinonimo di indolenza. Nell'antica Grecia il termine Acedia indicava, appunto, la mancanza di dolore, l'indifferenza e quindi la tristezza e la malinconia. La platea per non sentire piu' il dolore alle orecchie, semplicemente lo ignora e le va bene cosi'. L'accidia e' un vizio capitale costituito dall'indolenza nell'operare il bene. Freedom is not free. Se vuoi bene a te stesso ed alle tue orecchie, occorre che ciascuno nella platea si lamenti. Oppure i pochi che si distinguono non possono far altro che alzarsi e lasciare il teatro.

5 comments:

Nic said...

Sono fondalmentalmente d'accordo con quello che dice Severgnini, che la colpa maggiore e' nostra che ce ne fottiamo, ma non se ne puo' lavare le mani e dire che lui lo ha sempre detto, e per questo e' in pace con se stesso. Dovrebbe essere un motivo in piu' per insistere e far emergere la verita'. D'accordissimo anche con le parole di Howards.

Anonymous said...

Sono anch'io d'accordo con quanto si dice in questo video. ma qui qualcuno cerca di fare qualcosa...sevrgnini dov'era ai V-Day? dov'era l'8 luglio?
come direbbe qualcun'altro...siamo tutti finocchi col culo degli altri!

Prince Igor

Anonymous said...

Un anno e mezzo fa, dopo il Vday, andai in italia a vedere come stavano andando le cose. E li mi accorsi che eravamo ancora ben lungi da una vera rivoluzione culturale.
Purtroppo anche in quel poco del movimento dei meetup che vidi nella mia citta' natale (gia' qualcunocominciava a darsi delle arie da capetto...)
Senza quella e senza una nuova classe dirigente,l'italia non puo' cambiare.
Combina l'indifferenza camorristica di molti napoletani all'indifferenza di certa classe media "chi se ne frega degli altri" che vive di evasione e razzismo del nord italia.
Un'arma troppo micidiale.

Sono molto daccordo con un post di Grillo di qualche giorno fa, quello sull'oroscopo per il 2009. L'italia morira' di bancarotta. E' gia' qalche mese che ho sentito di stipendi statali pagati con grande ritardo anche in aree non tipicamente depresse (modena).

Dopo il fallimento economicoci sara' la fine della seconda repubblica... e credo una dose abbondante di caos. Forse allora...

Un abbraccio in particolare a Fiorenzo
Alberto da San Franciso

Anonymous said...

Mi scuso per l'ortografia stile iPhone...

Anonymous said...

E ver.
Sono gli Italiani che bisogna smovere.
Howard ha ragione siamo malati ,anzi abbiamo il cancro e berlusconi e` la metastasi.