L’Italia e’ paese di santi, poeti, navigatori e inventori. Ha prodotto in tutte le epoche grandi genialita’ in moltissimi campi della scienza. E’ cosa alquanto ovvia che queste persone siano di fondamentale importanza per lo sviluppo e il benessere della nazione. Paradossalmente da decenni, le politiche in materia di ricerca e sviluppo sono state a dir poco disastrose. Si e’ cosi’ verificato quel fenomeno noto come “cervelli in fuga”, in cui moltissimi degli studenti e dei laureati piu’ capaci e volenterosi sono emigrati per poter continuare i loro studi e ricerche in altri paesi. Fenomeno che anche dal punto di vista economico risulta estremamente oneroso per le casse dello stato. Gli studenti si formano infatti nel sistema scolastico italiano non certo a costo nullo, per poi andare ad arricchire culturalmente e accrescere lo sviluppo di altri paesi, che ricevono questo contributo come una manna dal cielo. Noi di Qui New York Libera abbiamo intervistato alcuni professori e studenti italiani dell’area Newyorkese per analizzare la situazione dell’universita’ e della ricerca italiana. Ne e’ emerso un quadro molto preoccupante, inaccettabile per una nazione avanzata e industriaizzata come l’Italia. Mancanza di finanziamenti, assoluta mancanza di meritocrazia del sistema, strutture inadeguate, impossibilita’ di continuare le proprie ricerche con mezzi adeguati, opportunita’ professionali quasi inesistenti sono alcuni degli aspetti che ne sono emersi. Un altro importante punto emerso e’ la politica della scuola e della ricerca volta a commercializzare l’istruzione, cercando di smantellare l’apparato pubblico a vantaggio di quello privato. L’acceso all’istruzione e’ un diritto, non deve creare profitto.
PS: invitiamo tutti i ricercatori all'estero e non a raccontarci brevemente la loro storia nei commenti a questo post.