Wednesday, November 26, 2008

Perche’ i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta



Herve’ Kempf, editorialista ambientale del quotidiano francese Le monde, ha presentato qui a New York il suo libro “How the rich are destroying the earth” (Pubblicato anche in italiano dalla Garzanti: “Perche’ i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta”). L’autore, sottolineando con decisione la grave crisi ambientale del pianeta terra in quest’inizio di ventesimo secolo, da lo spunto per impellenti e serie considerazioni. Per la prima volta nella storia, la specie umana si sta scontrando con i limiti della biosfera, a causa dello sfrenato consumo di materie prime e ad una sconsiderata contaminazione chimica di acqua, terra ed aria. Un aspetto molto grave, poco menzionato e per lo piu’ sconosciuto alla stragrande maggioranza, e’ la crisi della biodiversita’. Il che significa scomparsa ad un tasso allarmante di molte speci animali e vegetali. Tutti da bambini abbiamo studiato cosa sono le catene alimentari, e la gravita’ delle conseguenze nel momento in cui gli equilibri vengono alterati. I biologi ci stanno dicendo che e’ in corso la sesta grande estinzione della storia. Il suono del campanello d’allarme della comunita’ scientifica si sta facendo sempre piu’ assordante, ma trova poco riscontro in coloro che possono e dovrebbero dettare il passo per un’inversione di tendenza. Quest’emergenza ecologica si riflette infatti nella crisi sociale. Le disparita’ tra gli essere umani si sono ingrandite a dismisura, portando alla creazione di un’elite di benestanti che possiede sia il potere economico che quello politico. La necessaria inversione di rotta in ambito di politiche ambientali andrebbe ad intaccare i loro privilegi basati su un capitalismo sfrenato inteso come crescita continua, sinonimo appunto di distruzione ambientale. Il modello di una societa’ basata sulla decrescita si fa sempre piu’ incombente.

Tuesday, November 18, 2008

Se la politica imbavaglia i blog



Questo e' un blog. Uno spazio di persone comuni che parlano di temi comuni. In un certo qual modo facciamo informazione. Diamo il nostro punto di vista. L'altra sera ho visto il film Quinto Potere del 1976. Da li ad un anno sarei nato, e il film gia' allora denunciava un sistema dell'informazione corrotto dagli interessi di pochi che hanno bisogno di mantenere la maggioranza della gente nell'ignoranza e nell'appiattimento delle idee. In un tempo dove l'informazione e' controllata per mascherare come la politica sia cosi' lontana dalla gente, ci sono politici che usano nuovi media, ancora liberi, per raggiungere la gente con messaggi diretti. Non abbiamo bisogno di giornalisti che riportano cosa dice un politico, ma di giornalisti che raccolgono informazioni e facciano inchieste! Se i media tradizionali (TV e carta stampata) sono oramai controllabili e controllati dalle multinazionali, non cosi' si puo' dire di internet (almeno per ora). E se davvero Obama ha vinto senza il supporto di quelle multinazionali, non poteva che usare internet. E cosi' ha fatto. Un presidente di 47 anni che USA internet per parlare direttamente ai cittadini, raccogliere fondi, ringraziarli direttamente e raccogliere sugeerimenti.
In Italia i politici temono per la diffusione dell'informazione dal basso attraverso i blog. Per questo il parlamento sta lavorando ad una legge per limitarne la liberta' di espressione. Siamo consapevoli che una certa regolamentazione possa essere auspicabile, ma la liberta' di stampa e' sacrosanta, fintanto che quello che si riporta corrisponda a verita'. Purtroppo il DDL "anti-blog" pare essere l'ennesima legge ad personam. Con una differenza: questa volta si configura come una legge "contro" qualcuno, contro tanti di noi, invece che a favore! Qui a New York ci riteniamo privilegiati per avere lo stesso Presidente che usa la rete come deve essere usata. Purtroppo i nostri connazionali in Italia non sono cosi' fortunati avendo ultra 70enni a ricoprire le piu' alte cariche dello stato. Come puo' la nostra generazione sentirsi rappresentata da politici che non guardano al futuro, anche perche' mai lo vedranno?

Thursday, November 6, 2008

Beehive Design Collective



Beehive Design Collective e` un’ associazione artistica e politica con sede nel Maine (USA), basata completamente sul lavoro di volontari. La scopo del gruppo e` quello di comunicare, informare ed educare sulle complesse questioni geopolitiche legate alla globalizzazione in alcune parti del mondo. Questo sforzo verso l'informazione viene chiamato "impollinazione" della gente comune, dando cosi` il nome di Api ai partecipanti di questo processo. Le Api creano posters collaborativi, di una complesita` enorme, che sono come “coperte patchwork” di storie personali riportate durante i viaggi nelle varie comunita`. Prima di iniziare la rappresentazione, l’alveare effettua una ricerca (touring) estensiva di contatto del luogo prescelto, intervistando i membri delle comunita’ riguardo gli effetti della globalizzazione sulle proprie situazioni. L’ottenere le informazioni il più vicino possibile alla fonte costituisce uno degli aspetti piu` importanti del processo interattivo dei Beehive Degign Collective. Le loro rappresentazioni spiegano con metafore visuali di animali, insetti e vegetali il sistema standardizzato ed unidirezionale di comunicazione proveniente dall' alto del podio dei poteri forti, criticandoli fortemente. Il loro lavoro affronta svariate questioni quali la biotecnologia, la globalizzazione, l’alimentazione, l’agricoltura e il colonialismo. Beehive ha distribuito fino ad ora 55.000 posters ed ogni anno presenta il suo progetto in oltre 200 localita’ nel mondo occidentale. Il corpo del lavoro è distribuito come “anti-copyright” per incoraggiare a riprodurre la grafica per uso noprofit e fare circolare informazioni e consapevolezza. Si attua cosi` un opera di doppia impollinazione o impollinazione incrociata, facendo conoscere i problemi delle comunita’ (In Panama, Messico, Ecuador...) colpite dagli effetti dell’economia dei paesi occidentali, e facendo conoscere alle stesse comunita` le cause dei soprusi ai loro danni, iniziandoli a termini e concetti come il NAFTA (North American Free Trade Agreement), WTO (World Trade Organization), Atlantica, FTAA (Free Trade Area of the Americas) CAFTA (United States-Dominican Republic-Central America Free Trade Agreement), IMF (International Monetary Fund), World Bank. Il progetto di Beehive e` un progetto molto ambizioso che porta le sue Api fin dentro la grotta della tigre, facendo cosi’ scoprire ogni giorno nuovi limiti ma soprattutto nuovi traguardi da raggiungere.